MILANO - Poco più di un mese fa partiva sul sito dell'Inps la raccolta delle domande per accedere a quota 100 e secondo i dati dell'Istituto della previdenza in questo lasso di tempo è stata sfondata quota 75mila richieste (alle 16 di ieri, 28 febbraio, erano 76.799).

Se si procedesse di questo passo (anche se ci potrebbe essere un fisiologico rallentamento, dopo la novità) basterebbero meno di quattro mesi per coprire l'intera platea attesa per il 2019 (290mila persone), al netto ovviamente dei possibili esiti negativi.

Ad oggi e all'opposto di quel che si pronosticava alla vigilia, il Sud batte il Nord per numero di domande, sfiorando quota 32mila contro le 28mila del settentrione. Non si vede, nelle richieste, come la misura premi soltanto i lavoratori precoci del settentrione. Anzi, si accentua il trend delle prime settimane con la predominanza dei dipendenti pubblici arrivati a quota 29mila. Un dato che allarma circa le ripercussioni sull'operatività della Pa ed è ancor più clamoroso se si pensa al complesso della popolazione lavorativa, che vede grossomodo cinque dipendenti del privato ogni travet. Ieri scadeva per altro la finestra per accedere alla pensione con requisiti ridotti per il personale della scuola, che in caso di accoglimento della domanda scatterà dal prossimo settembre.


Sui numeri, però, ha invitato alla calma già a Repubblica qualche settimana fa Giuliano Cazzola, esperto di previdenza, ex sindacalista e parlamentare, secondo il quale "le domande presentate finora non sono rappresentative del totale, probabilmente una gran parte verrà rigettata per mancanza di requisiti". Oltre alla variabile della finestra del personale scolastico, che dovrebbe aver accelerato le richieste in questa prima fase, è anche probabile che dal settore privato il grosso delle domande debba ancora arrivare, per le diverse modalità di organizzazione delle aziende rispetto agli uffici pubblici.


Nel frattempo, tra le grandi città, Roma (5.560 domande) batte Napoli (3.4557) e Milano (2.998). A livello regionale, la Lombardia si prende comunque il primo posto a 8.800, davanti alla Sicilia (oltre 8mila) e al Lazio poco sotto.



Le nuove pensioni saranno in pagamento dal 1° aprile e a seguire arriveranno i primi conteggi sul costo della misura, fondamentali per capire come modulare i fondi destinati alla misura (3,7 miliardi per quest'anno) anche in considerazione delle necessità legate al Reddito di Cittadinanza.