21/02/18

Follia a Barivecchia, infermiera sequestrata per una flebo e colpi di pistola fuori dalla sede 118.



Follia a Barivecchia, infermiera sequestrata per una flebo e colpi di pistola fuori dalla sede 118. 


 Di Antonio Loconte - 21 Feb 2018

Alcuni colpi di pistola sono stati fatti esplodere in strada San Bartolomeo, a Barivecchia, la scorsa notte, sotto la finestra della sede che ospita la postazione 118 “ex Cto”, gestita dell’associazione di volontariato OER. Sul posto Polizia, Carabinieri e Vigili del Fuoco.
Il terrore del personale sanitario è quello che l’episodio possa essere legato a ciò che è successo un paio di giorni fa. Quattro uomini, a volto scoperto, hanno fatto irruzione nella postazione e, sotto minaccia, hanno prelevato con la forza l’infermiera di turno, portata a casa di una loro parente che avrebbe dovuto sottoporre a una terapia domiciliare, e quindi necessitava dell’inserimento di un ago cannula.
Nessuna emergenza, dunque, ma una operazione che avrebbe potuto fare un qualunque infermiere fuori servizio. I quattro, invece, hanno sguarnito la postazione del 118 “sequestrando” l’infermiera, impossibilitata a svolgere il proprio servizio pubblico nel caso in cui dalla centrale operativa fosse arrivata una chiamata d’emergenza.
Più volte abbiamo raccontato le pessime condizioni logistico-abitative di quella sede che ospita non una, ma ben due postazioni del 118, in una assurda convivenza: spazi angusti, cavo di alimentazione delle ambulanze “volante”, continue multe alle auto del personale sanitario, vari tipi di ingerenza da parte dei cittadini e dell’amministrazione comunale che non risparmia l’area di piazza Chiurlia dall’organizzazione di eventi, complicando l’attività del 118. Tornando alla sparatoria, in strada San Bartolomeo abitano alcuni esponenti della famiglia Capriati, dunque prende piede l’ipotesi di un episodio criminale legato alla lotta fra i clan.
La situazione è in ogni caso sfuggita di mano, con il “rapimento” dell’infermiera; tutti e 5 i colleghi dipendenti dell’Asl in servizio delle ambulanze dell’Operatori Emergenza Radio hanno chiesto in massa il trasferimento in altra postazione. Nessuno di loro parla, ma il fatto di sentirsi seriamente minacciati rende comprensibile il silenzio. Sottolineiamo spesso sviste e lacune del servizio sanitario regionale e della Asl di Bari in particolare, ma su questi episodi, e in generale sull’inadeguatezza della sede 118 in piazza Chiurlia, vanno prese prontamente decisioni radicali. Il primo elemento nell’efficienza di un soccorso in emergenza è la serenità dell’equipaggio, e quell’equipaggio non è sereno.

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