02/03/18

Tragedia nella tragedia. un finanziere, di anni 50, si suicida nella caserma della Guardia di Finanza di Gaggiolo (VA)-

di  Nicola Servodio – 2 marzo 2018

Dopo la tragedia del carabiniere che si è suicidato dopo aver sparato alla moglie e aver ucciso le due figlie di 8 e 13 anni. Una ennesima tragica tragedia si è verificata ieri 1° marzo tra le “Forze di Polizia”. A suicidarsi un finanziere, di anni 50.


L’uomo si è tolta la vita sparandosi un colpo con la pistola di ordinanza nella caserma della Guardia di Finanza di Gaggiolo (VA).
Ignote al momento le cause del gesto, le indagini sono in corso. Un fenomeno in escalation di suicidi e anche di omicidi compiuti dalle forze di polizia con la pistola di ordinanza. Fenomeni insani e oscuri ormai all’attenzione dell’opinione pubblica.
Una professione spesso accompagnata da problemi economici e familiari. Sì, perché la crisi economica ha colpito anche le “Forze dell’Ordine e Militari” (cittadini come tutti gli altri). Premesso che il suicidio/omicidio è uno dei gesti più oscuri che possa compiere un essere umano e le cui cause sono sempre di difficile lettura.
Oggi, togliersi la vita non interessa solo la sfera personale del singolo, ma anche quella sociale e di rapporti personali. Si ha come l’impressione che lo Stato non protegga a sufficienza i suoi uomini addetti alla sicurezza e troppo spesso li abbandona al proprio destino. Per questo essi sono sottoposti a tensione fisica e, chi indossa un’uniforme è più esposto, rispetto alla gente comune, in quanto possiede un’arma di servizio e per questo occorre monitorare costantemente lo stato psicologico del poliziotto/carabiniere, non solo al momento del suo arruolamento, ma soprattutto durante la sua carriera. Lo stress correlato da lavoro o da fattori di natura psichica dovrebbero essere quantomeno oggetto di prevenzione.
Sarebbe auspicabile che venga consentito a quei pochi “tutori dell’ordine e militari” che manifestano tali disagi di usufruire di una c.d. “campagna di prevenzione psicologica esterna” e non solo di una commissione interna.
La maggior parte dei casi di suicidi e omicidi da parte delle forze dell’ordine o di appartenenti alle forze armate avviene con l'arma di servizio. Ma un'arma nelle mani di una persona che soffre di casi psichici può trasformarsi in un pericolo mortale non solo per lui.
Un agente che è vittima di cause psichiche non è più un “tutore” che può garantire la massima efficacia, anzi ciò può proiettarsi anche come minaccia verso i propri familiari e cittadini. Nella maggior parte dei casi si tende sminuire il motivo del suicidio/omicidio come un problema personale e familiare e mai discendente da cause legate all’ente che potrebbe avere delle responsabilità sulla prevenzione psicologica non adottata. 

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