07/11/18

Decreto Fiscale 2019, attesi gli emendamenti su condono e saldo e stralcio


Decreto Fiscale 2019, scade oggi 7 novembre 2018 il termine per presentare gli emendamenti in Commissione Finanze del Senato. Attese le novità sulla pace fiscale.


Decreto Fiscale 2019, scade oggi il termine per presentare gli emendamenti in Commissione Finanze del Senato e tra le novità più attese spiccano le modifiche al condono e l’annunciato saldo e stralcio delle cartelle.
Non solo pace fiscale: nel corso delle audizioni tenutesi in Commissione sono state avanzate diverse proposte di modifica che potrebbero essere tradotte in appositi emendamenti al DL fiscale. Tra queste le novità richieste dal CNDCEC in merito all’avvio dell’obbligo di fatturazione elettronica, con la proposta di più gradualità per evitare che soprattutto le PMI si trovino impreparate alla data del 1° gennaio 2019.
Per l’ANCI, invece, è necessario semplificare il sistema di riscossione dei tributi da parte dei comuni e la proposta è quella di unire IMU e TASI e di abolire la TARI.
È entro le ore 18 del 7 novembre 2018 che dovranno essere depositati gli emendamenti al decreto legge n. 119/2018, termine fissato invece al 15 novembre per gli emendamenti in Aula.
Il testo del decreto che ha introdotto, tra le principali novità, il complesso e articolato progetto della pace fiscale, sarà sottoposto al vaglio del Senato e della Camera per la conversione in legge e sono molte le modifiche che potrebbero essere introdotte nel corso dell’iter parlamentale.
Il voto finale dovrà arrivare entro 60 giorni dalla data di pubblicazione del testo del DL n. 119 in Gazzetta Ufficiale, il 23 ottobre 2018.

Decreto Fiscale 2019, attesi gli emendamenti su condono e saldo e stralcio

Tra gli emendamenti al DL n. 119/2018 maggiormente attesi è la pace fiscale a conquistare ancora una volta il primo posto.
Nell’ordine degli annunci fatti dalla stessa Maggioranza di Governo, le novità previste sono due.
La prima modifica al Decreto Fiscale per la quale si attende con particolare interesse la pubblicazione degli emendamenti riguarda il cosiddetto saldo e stralcio delle cartelle, che consentirebbe ai contribuenti di pagare il debito maturato con tre diverse percentuali applicate in base alla propria situazione economica.
Indicatore per il calcolo di quanto bisognerà pagare sarà il valore del modello ISEE presentato dal contribuente e l’ipotesi è che l’emendamento del Governo al decreto fiscale 2019 potrebbe ripescare il progetto iniziale di pace fiscalecontenuto nel programma della Lega.
Sempre sul fronte delle novità sulla pace fiscale, è stato il Sottosegretario al MEF Massimo Bitonci ad aprire al condono anche per gli avvisi bonari, gli alert che l’Agenzia delle Entrate invia ai contribuenti in caso di incongruenze tra i dati comunicati dal contribuente con quelli presenti nella banca dati dell’Amministrazione Finanziaria.

Non solo pace fiscale, le novità degli emendamenti al DL n. 119/2018

Sebbene la pace fiscale sia il piatto forte del DL n. 119/2018, nel corso delle Audizioni tenutesi presso la Commissione Finanze del Senato sono state diverse le proposte di modifica avanzate.
Tra queste vi è la richiesta dell’ANCI di unire IMU e TASI in un unico prelievonell’ottica di semplificare l’attuale sistema di tributi locali che secondo l’Associazione dei Comuni Italiani è inutilmente articolato in una molteplicità di aliquote applicate sulle stesse basi imponibile.
Sempre l’ANCI ha inoltre proposto che con un apposito emendamento venga reso facoltativo l’annullamento automatico delle cartelle fino a 1.000 euro, misura che potrebbe causare “problemi sia di carattere ordinamentale che finanziario”. Si parla di un totale di debiti non riscossi che vanno dai 3 ai 5 miliardi di euro e che rappresentano uno dei rischi per le casse dell’Erario conseguenti all’avvio della pace fiscale.
Infine si segnala la proposta avanzata dal CNDCEC in merito alle novità sulla fatturazione elettronica previste dal DL fiscale. Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili ha avanzato nuovamente la richiesta di un avvio graduale del nuovo obbligo in vigore dal 1° gennaio 2019.
Sebbene con l’estensione dei limiti di accesso alla regime forfettario saranno esonerate dalla fattura elettronica molte piccole partite IVA, la preoccupazione degli esperti è che non tutte le imprese siano preparate alla fattura elettronica.
Pertanto la richiesta è di rendere l’obbligo graduale, in base ad un calendario così delineato:
  • dal 1° gennaio 2019, per le società quotate in borsa e per gli altri soggetti con più di 250 dipendenti;
  • dal 1° gennaio 2020, per gli altri soggetti con più di 50 dipendenti;
  • dal 1° gennaio 2021, per gli altri soggetti con più di 10 dipendenti;
  • dal 1° gennaio 2022 per tutti gli altri soggetti non esonerati da detto obbligo.
In alternativa, si è anche proposto il rinvio di un anno del termine di decorrenza dell’obbligo in oggetto per i soggetti di minori dimensioni che adottano il regime di contabilità semplificata.
Si segnala tuttavia come l’intento del Governo sia quello di dare avvio alla fattura elettronica dal 1° gennaio 2019 senza ulteriori modifiche. Almeno su questo fronte è improbabile la presentazione di emendamenti di rilievo al DL fiscale n. 119/2018.

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